martedì 12 luglio 2011

SONO FINITO IN UNA BARA

Sono finito in una bara!

E’ buio qui dentro. E’ freddo. Che silenzio!
Sento di essere sdraiato, orizzontale,. E’ duro sotto di me. Tocco, tasto: legno. Legno grezzo. Sento con i polpastrelli delle mie dita le fibre, le striature del legno, schegge.
Respiro, benché con difficoltà; ma … sembro vivo! Almeno sembra che sia così!

O sono morto?!

Cosa è tutto questo, come sono finito qui?! Se riesco a pensare, allora non sono morto. O magari sì, ma la mia mente funziona ancora.
E  se tutto questo fosse, da morto, il momento del “passaggio”, il corpo non ha più vita e sta per entrare nell’”altra dimensione”?! Quale? Dove sto andando?

No. Sono qui. Non vado da nessuna parte ,accidenti!
Sono qui.
Ora sento che il legno sotto di me comincia a inumidirsi. Allora sono sotto terra!!
Comincio a sentire l’odore di umido, di terra. E fa più freddo.

Ma che giorno è?! Da quanto tempo sono qua, e se sono morto giorni, ore fa e non mi hanno sepolto, e ora invece mi sono svegliato?
Porca puttana! Fatemi uscire! Che ci faccio quiiiiii!!!

Muovo i piedi, su giù, destra sinistra. Le gambe in su e le punte dei piedi toccano la parete della bara. Con le mani tocco le cosce, mi do un pugno alla gamba destra e sento il dolore fisico. Allora sono vivooo!!!!!
Provo a chiamare aiuto. Grido! Urlo! Ma non sento voci, non sento alcun rumore. Qui tutto è silenzio, tutto è buio, e freddo, sempre più freddo e umido.





Credo di aver dormito. Mi sono svegliato ora. Speravo di addormentarmi e di risvegliarmi da un incubo. Invece sono qui! Avrei sperato di essere svegliato da un rumore per capire che ero vivo e per urlare a qualcuno la mia presenza.
Invece no! Solo silenzio. Solo buio. Avrò le pupille dilatate al massimo. Tengo gli occhi aperti e quando penso, come ora sto facendo, li giro nelle loro orbite, e a volte li chiudo per farli riposare. Che strano: gli occhi qui non mi servono a nulla, eppure … sulla terra sono tutto!: puoi osservare, mettere a fuoco, perderti con lo sguardo, e anche parlare con gli occhi per esprimere i tuoi sentimenti, per cercare chi desideri che in quel momento possa stare con te. “Incrociare gli sguardi”.
Qui no. Non posso vedere nemmeno me stesso!
Sento l’odore di me ,sempre più forte perché il tempo passa e non posso lavarmi.
Il tempo passa. Sarò qui da ore, o giorni!!

Provo a cantare, che acustica qua dentro! Non devo nemmeno far fatica per tenere il volume.
“All this feels strange and untrue and I won’t waste a minute without you. My bones ache my skin feels cold and I’m getting so tired and so old.” Fantastico. Sono in uno studio di registrazione! Che acustica! “Tell me that you’ll open your eyes! Snow Patrol! Questa è stata la canzone che ho cantato e suonato con i ragazzi  al concerto per Abruzzo. Che roba! Che serata!
Piango. Mi addormento.
Mi sveglio.
Sono in una bara!
Cazzo! Ma allora è vero!
Sempre più freddo e umido. Strofino i piedi per riscaldarmi. Ma …… ho ancora le scarpe da ginnastica! Non mi hanno tolto quelle! Ma perché sono qui?!

Che strano, non ho fame. Eppure di solito quando non mangio comincio a …”sognare i prosciutti”, come sono solito dire.

Non so più se sono in un’altra dimensione e tutti i segnali che ricevo (umidità, odore legno, ..)  sono finzione, o sono davvero sotto terra. E se fosse così, davvero sotto terra, non posso proprio uscirne?
Provo a spingere con le mani la parete superiore della mia bara. Duro, pesante, non si muove. Potrei consumare il legno con le unghie, poi spaccare la superficie legnosa e poi scavare verso la superficie. Già, ma quanto terreno dovrei scavare, per quanti metri? A quale profondità si deve seppellire una bara? 3 4 metri? Nei film si vede che una persona ci sta dentro in piedi in una fossa. Quindi saranno più di due metri almeno.

Ma che discorsi. Non ce la farei mai!
“Tell me that you’ll open your eyes. Tell me that you’ll open your eyes”. Canto.
Mi addormento.






Mi sveglio al pensiero dei miei. Chissà se sono ancora vivi. La mia mamma, le sue campane di santi, mio padre e la sua città irrinunciabile! Li ho scoperti da vecchi, ma forse erano vecchi già da prima.
Ricordo la luce, gli odori, il caldo dei brevi viaggi giornalieri al mare con il maggiolino. Le case basse bianche, le strade con poche auto. Le canzoni anni ’60. “Luglio col bene che ti voglio …”. La spensieratezza da bambino.

E Achille? Mio figlio. Forse è accanto a me, qui, sotto terra anche lui. O no! Spero di no! Lui, i suoi lunghi capelli biondi e gli occhioni azzurri. La sua musica, la batteria, la chitarra, ieri ha masterizzato un cd per farmi ascoltare le sue ultime preferite in auto. L’ho accompagnato a lezione di batteria alle 18.  Ieri.
Ma allora è passato un giorno! Ieri! Sono qui da ventiquattro ore? Così poco? Mi staranno cercando?!
Che dico. Sono qui accidenti! Qui sotto terra! Al buio.

Achille. Se sono trascorse più di ventiquattro ore può essere anche che io sia qui da mesi, anni. Avrà tenuto il concerto col suo gruppo? Doveva farlo il 2 di giugno. Sarà andato bene, arrangiato ma bene. Sarà stato contentissimo!
E a scuola, avrà iniziato la scuola superiore? Avrà ascoltato i miei suggerimenti? Come al solito, no. Magari avrà trovato la sua dimensione scolastica e …faville!!
Mah!
Mi manca, tanto! Tantissimo!
Sono solo qui e fa freddo!
Mi addormento.



Sono sveglio.
Ho dormito. Forse ho anche sognato.
Devo aver dormito profondamente ma sono stato svegliato dal freddo. E’ freddo qui dentro! Ed umido. E buio, tanto buio.
Se non tocco le pareti della bara con le mani ho l’impressione di essere in un grande spazio vuoto, come un capannone industriale.. alcune volte ho l’impressione di essere sulla cima di una montagna, al buio, di notte, in bilico, tra vertigini e “carezze” del vento.
Ma qui dentro il vento non c’è.

-         Ciao!
-         Chi sei?
-         Sono Jack!
-         Jack? E da dove sbuchi?
-         Di qua! Perché tu da dove vieni fuori?
-         Sono qui, da sempre!
-         Come da sempre? Nato e vissuto qui dentro?
-         No! … non so.  … forse. Non credo. Ma tu che ci fai qui? E da dove vieni?
-         Io sono qui, da sempre!
-         Impossibile, ci sono io, qui, da sempre. Sì, insomma, da un po’ di tempo.
-         Ma dai! Possibile che tu non ti sia mai accorto di me?
-         TU, qui? Jack? Ti chiami Jack, giusto?
-         Sì. Jack! Sono Jack e sono qui perché ci sei tu. Tu sei qui dentro e io sono con te.
-         Tu con me, o sei parte di me?
-         Io sono te ed esisto perche tu sei!
-         Io sono? Cosa? Voglio riposare, scusa.
Mi addormento.




-         Ciao
-         Ciao Jack! … sei ancora qui?!
-         Certo! Dove vuoi che vada!? Non posso andare via! Sono qua! Io sono qui finchè tu sarai qui.
-         Non capisco. Ma, ascolta, va bene così! Cosa vuoi che faccia?, … che dica? …. Sono qui dentro, in questa bara! Non vedi?
-         No, non vedo! Perché tu riesci a vedere?
-         Non prendermi in giro, Jack! Porca miseria! Che ci facciamo qui dentro?
-         Ah, non lo so. So solo che io sono qui perché ci sei tu. Ignoro il motivo per cui tu sia qui!
-         Jack? Sono stanco. Stanco di essere qui, vorrei dire stanco di … vivere!
-         Stanco di vivere? Ma stai scherzando? Tu morto? Ma nemmeno per …sogno! Sei Eloisa e tu esisti!!!
-         Eloisa? Sono femmina?
-         Ah, non lo so! Ma il mio docente di filosofia ha suggerito questo nome. E a me piace!
-         A me no! Io non sono femmina!
-         Come fai a dirlo?
-         Guarda! … sì, “guarda!” Mi tocco! Ed è qui! Sentilo!
-          Senti cosa? Sei certo di ciò che tocchi? Sei certo della tua fisicità?
-         Certo, accidenti! Tocco le pareti della bara, tocco il mio corpo!
-         Non tocchi nulla in realtà, Eloisa. Tu esisti, e basta.
-         Esisto?
-         Sì, esisti, e questo è il tuo destino! Tu esisti e devi continuare a esistere!
-         Voglio davvero farlo? Voglio continuare a essere, ad esistere?
Sono finito in una bara, Jack!!

1 commento:

  1. Tutte le persone hanno le loro debolezze. C'è chi non riesce a nasconderle e chi invece è più freddo. In fondo siamo tutti umani. Tutti uguali

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