mercoledì 13 luglio 2011

NOTTE P

Ancora una volta le voci e le canzoni del CRE dell’Oratorio a svegliarmi al mattino.
Dopo un’altra notte di grande caldo: dormiveglia, rumori lontani, pensieri. Pensieri ripetuti, pensieri ripresi. Ricordi.
Il ricordo di lei che non c’è più. Non sembra ancora vero!
Nei giorni precedenti la sua mancanza si è scherzato insieme, come sempre, e l’argomento è stato “La linea della vita sulla mano sinistra”. La mia è lunga, molto lunga; la sua risultava breve, spezzata all’improvviso.

Ancora un’altra giornata di caldo. Caldo intenso, esagerato, in casa: 30 gradi. Solo un ventilatore a dare sollievo a me e ad Achille. Dopo aver messo i colliri ai miei occhi (tre colliri per tre volte al giorno per trenta giorni per una cheratite punctata), colazione, e via pronti per una nuova giornata con Achille.
Egli si è rotto una gamba e insieme facciamo riabilitazione: recupero del tono muscolare della coscia. Mobilità della caviglia, tanti esercizi, massaggi, docce riabilitative.
La giornata va via scandita così, intervallato, il tutto, da momenti di lettura e di gioco (risiko, playstation).
Anche Bully, la cavia peruviana, soffre il caldo intenso. Ieri notte le ho pulito la gabbia e questa mattina ha già disfatto tutto alla ricerca della frescura fornita dalla base in plastica della gabbia. Bully scandisce la sua giornata con le regalie di insalata che io ed Achille le facciamo fino a sera inoltrata.

Si cena, si va a letto. Ventinove gradi anche in camera da letto.
Quando c’era lei, prima di coricarmi, le inviavo il messaggio col cellulare “NOTTE P” e prontamente ricevevo la sua risposta: era lì ad aspettare il mio ultimo pensiero.
Anche quella sera, invece, da un po’ di tempo, … no! Finito, finito tutto.
Come quando ad un aquilone si spezza il filo e vola via sospinto dal vento.

Il mio cellulare acceso sul comodino, come ogni notte, ma muto.

I soliti rumori dalla strada che si perdono nella notte, gli occhi accennano a socchiudersi. Achille accanto a me si rigira nel letto e fa fatica ad addormentarsi. Sono notti proprio bastarde, queste: il gran caldo non dà proprio alcun sollievo.

Una vibrazione dal comodino! E’ il cellulare. Un messaggio. Forse uno dei soliti messaggi dell’operatore o della banca che arrivano solo e sempre a tarda notte!
E se è un messaggio dei miei o di mio fratello? Se è successo qualcosa?
Afferro il cellulare. Leggo: “NOTTE   P”  !!!!!!!!

Non può essere! È un errore. Uno scherzo. Un errore dell’operatore, un vecchio messaggio mai consegnato e rimbalzato nella rete giusto ora! Uno scherzo tecnologico. Di pessimo gusto! E’ una  bomba questo sms!
Ma è un errore, solo uno stupido errore! Una insolita combinazione di eventi tecnologici.

Poso di nuovo il cellulare sul comodino. Che colpo! Che emozione! Non credo che riuscirò ad addormentarmi questa notte, ormai. Penso alla strana combinazione tecnologica e al ricordo di lei, le cose fatte insieme, i luoghi visitati, le espressioni del suo viso che come in un documentario passano nella mia mente.

E se provassi a rispondere al messaggio? Ma sono matto!!
No, via, non è vero tutto questo!

E se fosse lo scherzo di qualcuno? Potrei smascherarlo! Ma di chi, come, e perché? Ma soprattutto solo lei ed io potevamo conoscere quel testo!

Un errore, uno stupido errore tecnologico!


Un’altra vibrazione. E’ arrivato un altro messaggio.
Non voglio leggerlo. Non voglio, non penso di farlo.

E se fosse un altro sms dei suoi?
Il cuore mi batte fortissimo, i pensieri e le combinazioni di pensieri si sommano.
Voglio leggerlo! Voglio leggere quel messaggio. Dico a me stesso “Vedrai che sarà una pubblicità!”
Non oso muovere il braccio verso il comodino. Ho paura, paura che sia un altro sms de isuoi. Sarebbe assurdo, impossibile!
Sarebbe terrorizzante!

Esitando, allungo il mio braccio verso il comodino. Afferro il cellulare. Sul display “1 messaggio ricevuto”. Premo il tastino. Leggo: “ANCHE  IO”!
Impossibile, impossibile, cazzo!!! Non può essere un altro errore dell’operatore!
Lei replicava sempre così al primo NOTTE  P” e io, anche, le rispondevo “ANCHE  IO”.

Tremo dall’emozione e dalla paura. Sì, ho paura! Terrore! Qualcuno mi dica che questo è solo un incubo!

Achille dorme.
Il cellulare è sul mio petto. L’ho posato lì per leggere prontamente un nuovo sms che spero non arriverà mai! Se arrivasse … impazzirei!

Un motorino passa per la via, il suo rumore si perde nel silenzio della notte e il caldo non diminuisce nonostante si stia con le due finestre della camera aperte.

E se provassi a rispondere? Sì, se rispondessi al messaggio?
In altre parole sto pensando di scrivere un sms a una persona defunta?
Sì, lo sto pensando! Una follia!
Ma se lo facessi e no ricevessi alcuna replica avrei la conferma di un errore; se ricevessi una risposta… se la ricevessi …., Dio mio, sarebbe pazzesco!
Ma perché, poi, tutto questo?

“Opzioni”, “Rispondi”. Scrivo “Chi sei?”. “Invia”. “Messaggio inviato”. Silenzio.

Il cuore batte all’impazzata e muove leggermente il cellulare che ho sul mio petto.
Trascorrono minuti, probabilmente i minuti più lunghi della mia vita!

Una nuova vibrazione mi scuote!
Leggo il messaggio: “LUNA”, era uno dei suoi preferiti della notte!!!!!
Ma non può essere lì, dall’altra parte! Non c’è, non esiste!
E’ morta!  Mortaaa!!

Un’altra vibrazione. Leggo: “Troppo caldo stanotte da non riuscire a dormire?
Nooooo! Non può essere!! Aiuto!! Aiuto. Tremo dal terrore e sudo, il mio sudore cola dalla fronte e dalle spalle.
Vorrei chiamare Achille in aiuto. Sto male, il cuore impazzito e il respiro affannoso.
Che qualcuno mi aiuti!



Silenzio. Passa un po’ di tempo. Credo un’ora circa. Nessun altro messaggio.
Vorrei non pensare a questa storia ma è forte, troppo forte per me.
Solo lei poteva scrivere in quel modo. Qualcuno, sì, può aver preso il suo cellulare e ora si burla di me, ma so per certo che lei non salvava i nostri sms. E non posso dubitare che non sia morta. No, questo è proprio un pensiero folle!

Non ricevo sms da tempo ormai in questa notte….
…e se rispondessi al suo ultimo?
Pausa. Silenzio.
La mia mente smuove i pensieri come un frullatore. Il cuore riprende a battere velocemente.
“Opzioni”, “Scrivi nuovo messaggio”: “Sai che non amo il caldo. Come stai?”. “Invia”. “Messaggio inviato”

Silenzio. Questa è la prova del nove, se risp………………. Vibrazione! Leggo: “Ricordo bene che non ami il caldo. Io sto bene, qui.
Oddio! Ha risposto davvero! Comunico con lei, con una morta!
Panico!
Vibrazione. Leggo: “Non temere
Rispondo: Dove sei?
Vibrazione. Leggo: “Sono qui davanti a te ma tu non puoi vedermi”.

Grido: aaaaaaagh! Achille si sveglia e cerca di confortarmi ma anche lui si terrorizza nel vedermi così agitato.
Pazzesco, pazzesco, è tutto pazzesco!!
Di istinto lancio il cellulare fuori dalla finestra, in strada.
Dopo qualche secondo passa un bus –ormai è quasi l’alba- e sento il rumore del cellulare schiacciato dalle pesanti ruote.

Con fatica, mi addormento.

Mi sveglio alle 09.34, come risulta sul display della radiosveglia.
Mi alzo e mi affaccio alla finestra.
Sul muro della casa di fronte una scritta, grande, di vernice nera:  NOTTE  P.

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